Un amore leggendario. Un epico scontro. Un epico risvolto. Settembre del 52 a. C., Alesia. Giulio Cesare, dopo aver invaso le terre a nord delle Alpi, porta le sue legioni ad assediare l’ultimo grande baluardo di resistenza per la Gallia intera. Vercingetorige, passerà alla storia come colui che seppe riunire ogni tribù sotto l’ideale comune di una disperata resistenza a Roma. Dagenhart, un cavaliere germano al forzato servizio di colui che diverrà il primo imperator della città eterna viene folgorato dall’amore per una giovane dagli occhi colore del cielo: Freya. È di origine Gallica. Contrasti, divergenze, problemi apparentemente insormontabili dividono i due innamorati. Lottano. Soffrono. Perdono. Vincono. Da questo amore nasceranno un susseguirsi di imprevisti, pericoli, dualismi, battaglie e momenti di grande passione che faranno da cornice ad un escalation di eventi mozzafiato che terranno il lettore con il fiato sospeso. L’amore sarà la cura o l’odio e la bramosia di potere insita in ogni uomo distruggerà ogni cosa? Occhi colore del cielo è molto più che un semplice romanzo storico. È un affascinante calderone in cui avventura, amore, esoterismo e fantasy si uniscono e si intrecciano irreversibilmente. Damiano Domenico Maria Trenchi, partendo da un episodio narrato nel De Bello Gallico, riesce a distaccarsi dalla Storia e a tuffarsi nelle storie, a parlarci di amore, coraggio, viltà, vendetta e redenzione con uno stile incalzante, senza pause, affabulatorio ed incisivo. Personaggi che restano impressi nella memoria, battaglie epiche, crude atrocità, improvvisi squarci di amore e passione, vertiginose discese nel mondo infero, dilemmi e domande che non sarebbero sfigurate nei grandi drammi storici di shakespeariana memoria: Occhi colore del cielo è tutto questo e anche di più. Perché sotto il romanzo cova e brucia una rappresentazione dell’oggi, uno sguardo sul presente, una metafora acuminata dei nostri giorni che inquieta, affascina e respinge al tempo stesso.
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