Molte volte ci sentiamo in dovere di esagerare perché nella società in cui viviamo è diventato sinonimo di bellezza, di incanto, di immagine e di fascino. Le mezze misure non esistono eppure ne avremmo così tanto bisogno in certe circostanze da non ricordarci nemmeno più quali siano, ecco perché non le usiamo mai. O è bianco o è nero e non posso negare che, in alcuni casi, sia meglio una scelta drastica per vedere sbocciare un bel fiore domani ma non sempre esagerare dall’una o dall’altra parte porta al risultato che ci siamo prefissati di raggiungere tanto più nei confronti dei nostri ragazzi che, ora più che mai, fanno molto fatica a comprendere la netta differenza tra qualità e quantità.
Tutti vorrebbero mangiare un piatto di pasta strabordante per sentirsi sazi e pieni fino allo sfinimento quando si potrebbe mangiarne un po’ di meno e lasciare spazio nello stomaco per qualcosa d’altro. Il problema, però, è che gli adolescenti di tutti i tempi e le stagioni seguono modelli ed esempi quindi dobbiamo essere i primi a non cadere nel tranello e nella tentazione della quantità. Non per forza studiare un pomeriggio intero porta ad un risultato eccellente e concreto. Come? Questa è la domanda che bisogna porsi. Bisogna chiedersi in quale modo e con quale intensità si ha studiato per raggiungere l’obiettivo così come un calciatore, per arrivare per primo sulla palla in partita, non deve “corricchiare” tutta la giornata intorno al campo a ritmo blando ma deve aumentare l’intensità riducendo il tempo di allenamento. Alla fin fine è il tempo quello che ci manca e quello che vorremmo; probabilmente è una delle cose più preziose che possediamo e non possediamo per il semplice fatto che occuparne tanto nel fare qualcosa ci dia, quasi con assoluta certezza, la sensazione di avere fatto bene ma è solo la più grande delle illusioni. Come al solito, però, senza mettere cuore e testa in quello che si fa, si perde la bellezza di gustare questo tempo che non tornerà più indietro perché il presente è adesso e il passato è già passato. Ecco svelato il segreto per cui è meglio ascoltare uno studente piuttosto che farlo parlare, oppure dare un abbraccio quando serve piuttosto che usare mille gesti dal significato ambiguo e frivolo, oppure ancora insegnare attraverso l’esempio piuttosto che facendo studiare mille pagine di un libro di cui nemmeno noi adulti comprendiamo appieno il significato.
Il tempo. I nostri ragazzi hanno bisogno della qualità del nostro tempo così come la vita ha bisogno della qualità dei loro gesti e, di conseguenza, il futuro che attende tutti noi. È una catena, una di quelle che se saldata in modo sbagliato ti soffocherà come un boa che sta cercando di sfamarsi ad ogni costo per poter sopravvivere ma, al contrario, se saldata nel modo corretto sarà più resistente, brillante e di valore di un diamante.
Qualità, non quantità. Poco, ma bene. Piano, ma lontano.
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